OSSERVATORIO ARTE FIERA

Carlo Repetto
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Direttore dal 2015 della Repetto Gallery di Londra, Carlo Repetto inizia a muovere i primi passi nel mondo dell'arte nel 1983, lavorando con la Galleria Repetto e Massucco di Acqui Terme. Nel 2006 fonda la Galleria Repetto con sede ad Acqui Terme e a Milano. Grazie alla collaborazione con istituzioni e fondazioni pubbliche e con autorevoli storici dell'arte, la galleria organizza regolarmente mostre dei protagonisti dell'arte italiana del primo e del secondo Novecento.
Carlo Repetto si è unito al Comitato di Selezione di Arte Fiera per l’edizione 2020.


“Pensavo a Bologna e alle sue anomalie, in quell’inizio di tramonto del 22 Luglio 1993 [...]”. Con queste parole Flavio Caroli introduceva la mostra personale di Sergio Romiti che, nella primavera del 1994, venne inaugurata presso la galleria Repetto e Massucco di Acqui Terme, dove lavoravo da oramai 10 anni con mio padre Aurelio e mio zio Fortunato.

Ecco, ripensando a Bologna mi riaffiorano alla mente come bagliori le frequenti visite a Romiti, nei mesi prima della mostra, nel suo studio di Via Goidanich.

Un uomo severo, colto, amante della letteratura e del cinema d’autore, superstizioso - guai a posare il cappello sul lettino che aveva in una delle stanzette - e così ossessionato dal rumore del trapano dello studio dentistico accanto da non mancare di maledirlo regolarmente.

Sguardo profondo, mi metteva in soggezione e, in un’atmosfera quasi sospesa, incominciava a mostrarci i suoi dipinti, e iniziava a descriverli, motivandone con entusiasmo i titoli, mai casuali: Cala il sipario sugli spettacoli gialli, Trofei al tramonto. La frustata e la ferita.

Rapidamente la discussione si animava sul mondo dell’arte e si percepivano le sue sfumature amare, il suo sentirsi ultimo tra gli ultimi, incompreso e deluso, depresso dall’irrompere di una certa pittura volgare. Si avvicinava così l’ora di pranzo, e si usciva. Solito bar, solito Campari…

Dopo la mostra non lo rividi più, nel 1995 smise di dipingere, si rinchiuse in se stesso, isolandosi sino al 12 Marzo 2000, quando prese un fucile, se lo puntò al volto, ed ebbe il coraggio di premere il grilletto.

“La morte non è che una falla nel senso dell’umorismo” scriveva alla fine degli anni Settanta.

Questa immagine non mi ha mai abbandonato.