OSSERVATORIO ARTE FIERA

Giuseppe Palmieri
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Nato a Matera nel 1975, Giuseppe Palmieri è un autodidatta del vino e del servizio. Dopo importanti esperienze a Villa Crespi e alla Locanda Solarola, nel 2000 è approdato all’Osteria Francescana di Modena, dove è entrato in simbiosi con un giovanissimo Massimo Bottura, di cui oggi è maître e sommelier. Nel 2013 apre Generi Alimentari Da Panino, a due passi dall'Osteria Francescana, 25 metri quadrati in cui il profumo della mortadella fa da sfondo al fattore umano.
Ad Arte Fiera 2020 Giuseppe Palmieri ha portato i piatti del cuore del suo "Da Panino" in VIP Lounge.

Photo Credit:  Per Anderson

L'ultimo restyling di Da Panino è un omaggio a Van Gogh. Sebbene io sia innamorato follemente del Rinascimento - un amore che mi ha trasmesso Antonio Paolucci, lo storico dell'arte, ex direttore dei Musei Vaticani, da quando ho conosciuto la figura di Van Gogh ne sono rimasto folgorato. Le persone che hanno o hanno avuto una vita tormentata mi appassionano.

Sono un po' come Novecento, il pianista del monologo teatrale di Baricco (e del film che ne ha tratto Tornatore): sociopatico, timidissimo... ma sempre in mezzo alla gente. Van Gogh però non mi tocca solo per il suo tormento ma anche, in modo contraddittorio, per la vivacità e la vitalità del suo colore astratto. Per questo motivo al quarto restyling di Panino ho scelto un tratto forte: dipingere le pareti di giallo cromo, il colore dei Girasoli.

Quando abbiamo finito di dipingere, mi sono trovato immerso nel "suo" colore, e mi è sembrato veramente di capire qual era la sua visione. Leggendo Van Gogh avevo anche scoperto una frase straordinaria, così forte che ho voluto farla scrivere sui muri del locale: "Non vivo per me, ma per la generazione che verrà". Ci vuole coraggio per sposare quell'idea. Il nostro vero limite, quello che ci rovina  - che rovina carriere, famiglie, vite - è l'ego, il nostro ego smisurato. E Van Gogh invece è l'anti-egoista per eccellenza.

Io non ho una cultura accademica, ma l'arte mi ha sempre toccato nel profondo. Negli ultimi vent'anni ho vissuto in mezzo all'arte. Massimo e Lara [i coniugi Bottura, NdR] sono due giganti; io per mia fortuna sono sempre stato nella loro ombra e in questo modo ho visto, imparato, goduto di tutto quello che mi poteva arricchire. Sono stato lì ad ascoltare e prendere il più possibile da tutti gli artisti, i critici, i galleristi, i collezionisti che ho conosciuto in Francescana: Emilio Mazzoli, che è stato ed è una presenza defilata ma costante della mia vita, da cui ho sempre assorbito energia; Carlo Benvenuto, forse l'artista a cui sono più legato, al quale mi accomuna, fra le altre cose, la passione per lo stilista Martin Margiela; e poi Della Vedova, Pancrazzi, Maurizio Cattelan.

Ho sempre pensato degli artisti che sanno rendere contemporaneo quello che gli altri non intuiscono come cambiamento in atto. E in fondo è un po' l'intuizione che sta dietro a Da Panino: riabilitare e rendere contemporaneo un luogo quasi estinto, i cui ultimi esemplari stanno ormai abbassando la serranda: la vecchia, gloriosa bottega di generi alimentari.

Generi Alimentari DA PANINO, Modena