OSSERVATORIO ARTE FIERA

Laura Cherubini
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Laura Cherubini, critica, curatrice e storica dell'arte particolarmente nota per i suoi contributi allo studio dell'arte italiana degli anni Sessanta e Settanta, è la curatrice della nuova sezione FOCUS di Arte Fiera 2020.

 

A BOLOGNA

Per diversi anni Alberto Garutti ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Bologna. La sua casa lì era un albergo: il Palace Hotel. E lì nel 1992 realizza un lavoro dal fascino discreto, destinato a restare. Il luogo era stato scelto da Garutti nell’ambito della manifestazione Territorio Italiano, curata da Giacinto Di Pietrantonio, che intendeva fare dell’Italia un museo a cielo aperto, disseminata di opere di artisti contemporanei (manifestazione che curiosamente riecheggiava l’antesignana mostra del Nuovo Paesaggio, un progetto ideato nel 1968 da 2 artisti, Enrico Castellani e Gino Marotta, e da 2 architetti, Cesare Casati e Carlo Emanuele Ponzio, in cui veniva chiesto agli artisti di presentare un’opera per qualsivoglia luogo del suolo italiano, progetto poi paradossalmente non realizzato per lo scoppio della contestazione del ’68).

Alberto Garutti occupava al Palace la stanza 402 e pone lì un cristallo di cm. 150x150, distanziato dal muro. La parte retrostante era dipinta con vernice fosforescente e così quel rettangolo luminoso accompagna ancora ora il sonno di chi prende quella camera, si mette a letto e spegne la luce. Per Garutti questa è sempre l’arte, qualcosa che esiste solo in un incontro notturno, molto intimo e speciale.

Non molto tempo dopo Garutti tornerà a Milano, ma anche allora succede qualcosa di molto speciale: un gruppo di studenti, tra i quali Giuseppe Gabellone, Simone Berti, Stefania Galegati, Diego Perrone… seguiranno Alberto a Milano. Patrizia Brusarosco pensa che questo “trasloco” vada celebrato con una mostra e così nasce a Viafarini We are moving che l’artista cura con il critico che gli era più vicino a Bologna, l’attento e acutissimo amico Roberto Daolio. Ma anche per me c’è qualcosa di molto speciale: dal 1992 avevo vinto la cattedra di Storia dell’Arte a Brera e così nel ’94 ritroverò Alberto. Ci eravamo conosciuti ragazzi alla fine degli anni Settanta a Roma, quando lui esponeva da Ugo Ferranti e io muovevo i primi passi come critico; poi di nuovo alla Biennale di Venezia del ’90 (ricordiamo sempre le nostre serate alla Colomba con Gino De Dominicis). In un certo senso il testimone passò da Daolio a me e a Giacinto; Diego, Simone, Stefania, Giuseppe e gli altri andarono a vivere insieme a via Fiuggi e divennero anche i “nostri” ragazzi; tra Alberto, Giacinto e me il rapporto si fece sempre più forte. Questo è il fil rouge che mi lega a quel luogo di Bologna.
 

Alberto Garutti, Opera per camera da letto, cristallo, pigmento fosforescente, 150x150 cm., camera 402 Hotel Palace
Collection and Courtesy Hotel Palace Bologna