Galleria Giovanni BonelliGalleria Giovanni Bonelli


Alessandro Bazan, Fulvio Di Piazza
Astratta

La Galleria Giovanni Bonelli è lieta di ospitare per la riapertura dei propri spazi (28 maggio) Astratta, la bi-personale di Alessandro Bazan e Fulvio Di Piazza. Il termine latino “abstractus” - che deriva da “ab” e “trahere”: “trarre fuori, distaccare, condur via” - ci fornisce una chiave di lettura delle opere realizzate dai due artisti palermitani. Pur con un approccio completamente differente, entrambi sembrano invitare lo spettatore ad approdare a un altro piano di realtà, un piano, appunto, distaccato. Per Alessandro Bazan l’elemento da cui partire è comunque la realtà e, più specificamente, l’uomo, che viene raffigurato in una serie di atteggiamenti che ne indagano usi e comportamenti in situazioni private o collettive. Fulvio di Piazza rimanda invece alla realtà in maniera allegorica, utilizzando una serie di figure immaginifiche tipiche del suo repertorio. L’opera di Di Piazza Guerrilla - frutto del lavoro di oltre due anni - è un racconto fantasmagorico che si sviluppa lungo una tela di 180x380 centimetri. Si tratta di una vera e propria battaglia, un “tutti contro tutti”, come suggerisce l’artista stesso, che suona particolarmente profetico in un momento di disgregazione sociale acuito dall’isolamento. Alessandro Bazan porta in mostra alcuni lavori che rappresentano la sua produzione degli ultimi decenni e due grandi opere intitolate Volare e Wait - appositamente realizzate per l’esposizione milanese - che, pur contenendo tutti gli elementi tipici della pittura dell’artista palermitano, costituiscono un unicum che ci parla, forse, di questo particolare momento storico. Volare offre la visione di una città dall’alto di un balcone o dalla finestra di un grattacielo. Il cromatismo verde brillante accentua la sensazione di visione notturna distopica - quasi fosse ottenuta con un visore - ma le figure di uomini e donne nudi che fluttuano leggeri al di sopra di palazzi e strade rimandano a un desiderio profondo, un bisogno primario e attualissimo di libertà.


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