Galleria MarcoliniGalleria Marcolini


Barbara Fragogna, Stefania Migliorati

In tempi perfetti

 

In tempi perfetti è il titolo della doppia personale di Barbara Fragogna e Stefania Migliorati. È una mostra curata da una terza artista, Silvia Giambrone, che rilegge in maniera poetica il dialogo tra le due colleghe attraverso due testi: Gargarismo e A mio favore. Il primo evoca la fabula deleuziana del corpo senza organi - espressione che compare nell’Antiedipo - ma rovesciata alla maniera di Žižek, che dell’Antiedipo ha scritto nel suo libro Organi senza corpo. Nel testo i protagonisti sono fegato, intestino, polmoni e pelle: «liberi gli organi brillavano e si erano mescolati». E intestini (di creta) sono deposti ai piedi di un grande quadro di Barbara Fragogna, gettati lì come splanchna, il termine greco che designa, nella religione arcaica, gli organi somministrati alla comunità sacrificale. È un lavoro in cui tutto è metafora, segni che rinviano a segni: per l’artista la libertà di fallire, contro l’ossessione patriarcale per il successo, è la libertà di un’immaginazione che qui dà forma e corpo ai propri rimossi psichici, rigurgitati come sontuosi sbudellamenti. A mio favore ha un registro diverso, è un piccolo componimento poetico. Vi sono anche qui organi, anche se in realtà sono le parti del corpo con una funzione motoria, mani, spalle e dita, e qui Silvia proietta sul lavoro di Stefania non il corpo o i suoi organi ma il talamo - o il sudario, che poi è la stessa cosa - con sopra le ortiche e le spine. Reazione, estinzione, infiltrazione, sono termini che nella pratica di questa artista definiscono una politica dei corpi dentro uno spazio pubblico disfatto e permeabile alla morte. Stefania Migliorati mette al centro del proprio lavoro il bisogno di riappropriarsi, attraverso azioni semplici e poeticamente intense, del corpo sociale, attraverso atti di infiltrazione che obbligano questo corpo a rinegoziare lo spazio e il senso della propria esistenza.


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