#Inside ArteFiera: SCHIFANO ROCK. Nel 1967 l’unico album conteso dai collezionisti

#Inside ArteFiera: SCHIFANO ROCK. Nel 1967 l’unico album conteso dai collezionisti

#Inside ArteFiera: SCHIFANO ROCK. Nel 1967 l’unico album conteso dai collezionisti

18/01/2016

Foto: Copertina. “Dedicato a” (1967) Le Stelle di Mario Schifano

Icona pop controversa e amatissima dai collezionisti, Mario Schifano, non soltanto è stato uno dei protagonisti assoluti dell’arte moderna internazionale, e quindi protagonista, con i suoi lavori, di ArteFIera, ma è stato un artista che ha legato il suo nome e la sua creatività alla musica rock avant garde.

Proprio come Warhol con l’esperienza della Factory e dei Velvet Underground di Lou Reed, di cui era un membro a tutti gli effetti, oltre a curarne la parte visiva, Schifano fu sedotto dalla scena del nuovo rock italiano che cercava una via originale che lo rendesse differente, con una identità, dai modelli anglosassoni.
Erano gli anni della psichedelia prima e del progressive subito dopo, delle commistioni tra la musica pop e quella colta, il jazz e classica.
E il pittore, in sintonia con il caotico e vivace clima culturale dell’epoca, si dedicò alla musica come un nuovo linguaggio nel quale veicolare la sua arte.

Il gruppo si chiamava Le Stelle (ma per il pubblico e i media erano Le Stelle di Mario Schifano) e fu uno dei protagonisti della stagione psichedelica italiana. Un solo album pubblicato nel 1967,  ‘Dedicato a’, oggi conteso dai collezionisti, sia in quanto rarità discografica, sia per la straordinaria (foto), realizzata dallo stesso Schifano, che ritraeva, appunto le sue celebri ‘Stelle’ che erano allora uno dei soggetti più amati dall’artista romano.

Solo due anni di attività, pochi concerti tra i quali uno al Piper, nel quale il gruppo ospitò artisti provenienti dalla Factory di Andy Warhol, con la quale Schifano aveva avviato, sul terreno musicale, un rapporto di collaborazione. Quei live, non a caso, riprendevano l’esperienza dei Velvet Underground, con la tecnica della proiezione di film sperimentali (girati sempre da Schifano) sui corpi dei musicisti.

Lo show come opera d’arte. Le discoteche che diventano le nuove gallerie.