OSSERVATORIO ARTE FIERA

Davide Ferri
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Davide Ferri è critico d’arte e curatore indipendente. È docente di Estetica all'Accademia di Belle Arti di Rimini (LABA) e di Ergonomia delle esposizioni all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Dal 2012 è curatore della Sezione Arte del Festival teatrale Ipercorpo. Per Arte Fiera 2019 cura la prima edizione della mostra "Courtesy Emilia-Romagna" dal titolo Solo figura e sfondo.

 

Vorrei raccontare una piccola storia legata a Giorgio Morandi e alla collezione Verzocchi, una meravigliosa raccolta di pittura novecentesca, non conosciuta quanto meriterebbe, che si trova a Forlì, la mia città, ed è conservata nelle sale di Palazzo Romagnoli. 

Della collezione Verzocchi mi hanno sempre impressionato alcune cose: la rapidità con cui fu costruita (un paio d’anni a cavallo tra 1948 e 1949); il suo sguardo sintetico ed esaustivo su un momento ricchissimo e molto complesso dell’arte italiana e soprattutto il fatto che si articoli attorno a un tema specifico, il lavoro. 

Giuseppe Verzocchi, l’imprenditore milanese e l’ideatore della collezione, coinvolse i migliori pittori italiani del suo tempo chiedendo loro di realizzare, dietro un compenso di centomila lire, una tela di cm 70 x 90 sul tema del lavoro. Il risultato è un racconto per figure di un’Italia che non c’è più, un Paese di pescatori, contadini, sarte, merlettaie, mondine, fabbri… che si muovono in un paesaggio agreste, semi urbanizzato, in costruzione. 

Giorgio Morandi fu l’unico, tra tutti i grandi pittori contattati (De Pisis, Casorati, Guttuso, De Chirico tra gli altri) a rifiutare l’invito di Verzocchi. Probabilmente Morandi non si sentiva a proprio agio a reagire a un tema specifico e provò garbatamente, sin dal primo contatto, a declinare l’invito, ma il suo primo rifiuto non fece desistere Verzocchi, che lo voleva a tutti i costi in collezione, dal provare nuovamente a convincerlo: prima con una visita “a sorpresa” allo studio, poi con una seconda e una terza lettera in cui proponeva di raddoppiare – unica eccezione tra tutti i pittori invitati – il compenso per il quadro e infine con una quarta lettera, in cui Verzocchi provò a risolvere la diffidenza di Morandi suggerendogli un possibile soggetto del dipinto: “una natura morta con un mattone ed una cazzuola”.

Mi ha sempre divertito rileggere, nel carteggio tra Morandi e Verzocchi, l’ultima risposta dell’artista: “Ho ricevuto il suo espresso, per le ragioni che già più volte le ho esposto, non mi è possibile farle il dipinto che desidera. Lei che ha tanto amore e rispetto per il lavoro, mi lasci, la prego, tranquillo al mio. Mi scusi. Le porgo i più distinti saluti”.

Collezione Verzocchi. Palazzo Romagnoli, via Albicini 12, Forlì
www.cultura.comune.forli.fc.it