Opus Novum #6: Luisa Lambri

Opus Novum #6: Luisa Lambri
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Luisa Lambri. Foto di Maria Continella

Luisa Lambri, L'Esprit Nouveau

 

Dal 2019 Arte Fiera commissiona ogni anno a un artista italiano affermato un’opera inedita da presentare nei propri spazi. Opus Novum - questo il nome della serie di commissioni - ha visto cimentarsi fino ad ora Flavio Favelli (2019), Eva Marisaldi (2020), Stefano Arienti (2021), Liliana Moro (2022), Alberto Garutti (2023).

La commissione del 2024 è andata a Luisa Lambri, una delle artiste italiane che lavorano con il linguaggio fotografico più apprezzate a livello internazionale. Nota soprattutto per le sue immagini di architetture moderniste, tanto essenziali da lambire l’astrazione, Lambri in realtà non fotografa l’architettura più di quanto Morandi dipinga tazze e bottiglie: come il maestro bolognese, attraverso un assorto esercizio di variazioni indaga le relazioni fra lo spazio, il tempo, la luce.

Per Arte Fiera, Lambri ha scelto di concentrarsi su due edifici simbolo dell’architettura bolognese degli anni Settanta: la chiesa di Santa Maria Assunta a Riola di Vergato (BO), l’unica opera permanente di Alvar Aalto in Italia, terminata nel 1978, e il Padiglione de L’Esprit Nouveau, copia filologicamente accurata di un’architettura effimera di Le Corbusier degli anni ’20, costruita nel 1977 all’ingresso del quartiere fieristico. Dal primo edificio, la chiesa di Aalto, Lambri ha tratto alcune immagini inedite; dal secondo, il Padiglione de L’Esprit Nouveau, le suggestioni per selezionare altri scatti, di periodi diversi della sua carriera, che insieme alle foto inedite andranno a comporre una mostra nel Padiglione intitolata appunto L’Esprit Nouveau