Premio The Collectors.Chain by Art Defender

Premio The Collectors.Chain by Art Defender

Lo speciale rapporto di Art Defender con la fotografia e con Arte Fiera trova espressione in The Collectors.Chain Prize, un premio dedicato esclusivamente alla fotografia che nel 2024 giunge alla sua terza edizione. Anche quest’anno l’opera selezionata entrerà a far parte della collezione di fotografia Art Defender, confermando l’attenzione dell’azienda per questo medium.
Nel ruolo di presidente di giuria è confermato Walter Guadagnini, che sarà affiancato nella scelta dell’opera vincitrice da una commissione composta esclusivamente da collezionisti.
Le prime due edizioni di The Collectors.Chain Prize hanno visto vincitrici La Sprezzatura III (2016) di Noé Sendas, presentata in fiera da MC2Gallery, e The Mouse (capturing light) (2007) di Maha Mullah, esposta dalla galleria MLZ Art Dep.

The collectors.chain nasce nel febbraio 2021 come una community capace di connettere le voci più autorevoli del collezionismo e di collegare tra loro esperienze, passioni e punti di vista, condividere e alimentare le relazioni, il confronto e il dialogo tra le molteplici declinazioni dell’essere collezionista. L’idea alla base di questo network - e alla base del modello d’impresa della stessa Art Defender - è quella di una piattaforma che aggreghi intorno a sé collezionisti e operatori del settore accomunati dalla passione per l’arte.

Art Defender è l’unica società in Italia a offrire servizi integrati per l’art collection management. Nata nel 2008 da un’idea del suo fondatore Alvise di Canossa, conta oggi una rete di oltre 12.000 mq di caveau di massima sicurezza sull’intero territorio nazionale, un team di specialisti interni e un network selezionato di partner che mettono a disposizione le proprie competenze per offrire un portfolio differenziato di attività esclusive e integrate dedicate al wealth management, fornendo un servizio olistico di advisory.
In particolare, Art Defender ha rafforzato negli anni l’expertise nella conservazione e nella gestione della fotografia, avvalendosi delle più innovative tecnologie e collaborando con i massimi esperti del settore. Ha assunto la gestione di importanti fondi fotografici, lavorando al fianco di istituzioni pubbliche, fondazioni e collezionisti privati.

 

Giuria:
Walter Guadagnini, curatore e storico della fotografia
Donata Pizzi, collezionista
Micaela Paparella, collezionista
Massimo Prelz Oltramonti, collezionista
 

Artisti selezionati:

  • Milli Gandini, La mamma è uscita (trittico #1), 1975/2024 (MLB Maria Livia Brunelli, B100)
  • Antonio Ottomanelli, Kabul Afghanistan, from the series Big Eye Kabul, 2011–2016 (Montrasio Arte, A79)
  • Jacopo Valentini, Dalla serie “Superlunare”, Moltitudine di “La Repubblica”, 2020 (Antonio Verolino, B98)

 

Artista vincitrice: Milli Gandini

Titolo opera: La mamma è uscita (trittico #1), stampa fotografica, ed. 5+1, cm 75x30, 1975/2024

Galleria: MLB Maria Livia Brunelli, B100

 

Motivazione: Diverse sono le ragioni che hanno portato la giuria del Premio Collectors Chain by Art Defender a scegliere l’opera di Milli Gandini della serie “La mamma è uscita”. Anzitutto si tratta di un lavoro che unisce la natura documentaria della fotografia a quella più propriamente creativa: le sue opere sono testimonianze di azioni altrimenti destinate a perdersi, ma allo stesso tempo rivelano la performatività insita nell'operare dell’artista. Inoltre, le sue opere – presentate in forma di trittico, quindi con un andamento anche narrativo – segnano una tappa fondamentale dell’arte e della storia della seconda metà del Novecento, vale a dire l’utilizzo della fotografia come strumento di una battaglia, e di una presa di coscienza, che investe il ruolo della donna nella società, in una chiave esplicitamente femminista. Milli Gandini realizza infatti queste opere nel 1975 all’interno della Campagna per il Salario al lavoro domestico, unendo pratica politica e pratica artistica, all’interno di un percorso collettivo che con il Gruppo Femminista Immagine approderà nel 1978 anche alla Biennale veneziana. Queste opere, realizzate ormai quasi mezzo secolo fa, appartengono dunque alla nostra storia ma allo stesso tempo sono in grado, nella loro essenzialità e anche nella loro immediatezza, di parlare all’oggi: in questo senso incarnano bene i valori del Premio, sin dalla sua origine legato alla volontà di unire la riflessione sul passato, sulla natura dello strumento fotografico, all’apertura sul presente.

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