10 A.M. ART

10 A.M. ART

Fino al 29 gennaio la galleria 10 A.M. ART presenta una mostra dedicata alla ricerca pittorica di Vincenzo Satta in collaborazione con l’archivio dell’artista, dal titolo La pittura come sublime luminosità. 1970-1979. Satta sviluppa il linguaggio della geometria superando l’originario referente naturalistico a favore della pura astrazione. In tal senso, l’artista inizia a usare la denominazione “senza titolo” per indicare una visione costituita da puri rapporti cromatici che esaltano la dimensione impalpabile della luce. Per esprimere il valore assoluto della luce, l’artista esplora le gradazioni trasparenti delle figure primarie, gli affinamenti tra un tono e l’altro, gli accordi formali e le variazioni impercettibili che dialogano con l’invisibile. Per Satta la geometria è una scelta strutturale che coincide con il metodo di lavoro, non vi può essere alcun evento cromatico estraneo al processo di definizione elementare della forma pura. L’uso del quadrato costituisce, per esempio, l’assoluto luogo mentale in cui prende corpo la fisicità del colore, la bellezza elementare della forma geometrica, la sublime luminosità che stimola l’immaginazione oltre la misura canonica della superficie dipinta. Nella forma del quadrato Satta coglie l’evidenza del colore-luce, così come nel cerchio portato alla sua massima estensione, egli individua l’estrema espansione dello spazio. La pittura è trattata con sensibile perizia tecnica fino a farla diventare pura vibrazione luminosa, bagliore sospeso tra razionalità e fantasia, tra pensiero ed emozione, senza che la visione propenda verso uno dei due poli. Ha scritto a tal proposito l’artista: “Da sempre cerco con ostinazione uno spazio primario, inanimato, velato di una sostanza colorata, luminosa, silenziosa, espansa e vibrante”.

Until 29 January the 10 A.M. ART gallery will be presenting a show devoted to the painting of Vincenzo Satta, in collaboration with the artist’s archive, titled Painting as sublime luminosity. 1970-1979. Satta developed a geometrical language that went beyond the original naturalistic references in favour of pure abstraction. In this sense, the artist began to use the name “senza titolo”, Untitled, to indicate a vision consisting of pure chromatic relationships that intensify the impalpable dimension of light. In order to express the absolute value of light, the artist explores the transparent gradations of the primary figures, the affinities between one tone and another, the formal harmonies, and the imperceptible variations that dialogue with the invisible. For Satta, geometry is a structural choice that coincides with his working method, and there can be no chromatic event extraneous to the process of the elementary definition of the pure form. For example, the use of the square is the absolute mental place in which there materialise the physicality of colour, the elementary beauty of geometric forms, the sublime luminosity that stimulates the imagination, as well as the established measure of the painted surface. In the form of the square Satta discovers the evidence of colour-light, just as in the circle, brought to its greatest extension, he pinpoints the extreme expansion of space. Painting is treated with sensitive technical expertise to make it become pure luminous vibration, a glow suspended between rationality and imagination, thought and emotion, without vision preferring one to the other. With regard to this, the artist has written, “I have always obstinately searched for a primary, inanimate space veiled by a substance that is coloured, luminous, silent, expansive, and vibrant.”

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